Viaggio nel Pollino:
la carovana è la mia mente, la strada sono le cose che amo, la meta è la mia terra e il viaggio è la mia vita

giovedì 27 maggio 2010

Dagli Dei del Pollino a quelli della Sicilia: TAORMINA

Nel turbinio dei venti possenti, solchiamo le vorticose correnti di Scilla e Cariddi, ci lasciamo alle spalle le rive della ninfa che il dio marino amò così follemente da rifiutare la bellezza di Circe ed ammiriamo la terra, dell’altra ninfa vorace, con le sue ampie insenature che delicatamente modellano la riviera incorniciata dai monti disposti a semicerchio, piena di sole e di mare, di tramonti di fuoco, come il flutto bollente delle lave dell’Etna qui ormai incantevolmente pietrificate.
 In un susseguirsi di vivi colori e splendidi paesaggi, di profumi intensi e sapori decisi, tra distese di cactus, alberi di limoni ed aranceti, scopriamo la ridente città di Taormina ( o Tauromenion, toponimo, composto da Toro e dalla forma greca menein, che significa rimanere, che narra la storia di un popolo che decide di restare a presidiare la propria terra dal monte a forma di toro) e gli scenari unici degli antichi paesi ed incantevoli luoghi che gravitano attorno ad essa, incastonati, ai piedi dell'Etna tra ripidi pendii e l'azzurro dello Ionio, come Letojanni, Castelmola, S. Teresa, S. Alessio, Catalabiano, Isola Bella, Giardini Naxos, porta d'ingresso dei Greci in Sicilia. Passeggiando estasiati per i viottoli della città, definita delle passioni, degli artisti e dei pazzi, ove ognuno poteva restare e vivere come non osava nel proprio luogo di provenienza, scopriamo immortali tesori che appartengono al suo crogiuolo di cultura greco-romana, araba, barocca e medievale. Immersi nel trionfo del glorioso passato ne ammiriamo avidi le torri, i palazzi, i castelli che si affacciano sul mare, frutto di menti temprate dal culto della bellezza che rendeva stupefacente tutto ciò che esse semplicemente mettevano in opera. Con tale senso di devozione e di emozione esploriamo la magnificenza del teatro greco, rimaniamo sopraffatti, oltre che dall’eccelsa arte architettonica, dal panorama che si rivela davanti ai nostri occhi increduli: dal basso risalendo con lo sguardo verso l’alto, dall’immensità insondabile del mare alla cornice unica dell’Etna, quella cima bianca ed imponente che sovrasta il mar Ionio spiccando in tutta la sua grandezza come un antico Titano, ancora più caratteristica quando è immersa nel pieno dell’aurora in quell’atmosfera rossastra. Il silente inquieto vulcano, maestoso ed irrequieto, ospitale e generoso, ma che sa anche essere irruento e fragoroso, è sempre pronto ad incantare con la sua magia e mai sazio di sorprendere i suoi abitanti legati ad esso da un sentimento profondo fatto di passione e timore, amore e riconoscenza. Lo stupore di ogni visitatore prende il largo su ogni altra sensazione, le semplici parole non sono in grado nemmeno di sfiorare il dolce incanto che regna in questi luoghi, né il pensiero può cogliere interamente il fascino della natura che si impone in tutto il suo splendore.

Nel tepore accogliente dell’abbraccio di questa terra, accarezzati dalla lieve brezza marina, baciati dal sole, tra indimenticabili immagini, nell’emozione vibrante trasmessa dalla grandezza dell’opere antiche avvolte dall’azzurro del cielo, ascoltando l’inconfondibile suono dello spumeggiante incontro delle onde con i neri scogli, ci sentiamo vivi.

giovedì 6 maggio 2010

Dagli Dei del Pollino a quelli della Sicilia: LA VALLE DEI TEMPLI E IL PARCO ARCHEOLOGICO DI SELINUNTE



....... gli occhi vengono inondati dagli azzurri flutti di Nettuno, il tepore dei raggi di Apollo e la dolcezza del soffio di Eolo accarezzano l'animo estasiato dalla bellezza dei luoghi e dei segni lasciati dalla grande civiltà che quì visse e vi innalzò opere eterne per le maestose divinità.


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