Viaggio nel Pollino:
la carovana è la mia mente, la strada sono le cose che amo, la meta è la mia terra e il viaggio è la mia vita

mercoledì 27 gennaio 2010

Il Monachesimo Italo-Greco nel Parco del Pollino

Tra i tanti luoghi meravigliosi, che caratterizzano il territorio di Viggianello, affascinante borgo medioevale, la sorgente del Fiume Mercure è uno di quelli che offre un mistico connubio tra storia, natura e spiritualità. Incanta, la vista dell’acqua che sgorga tra le rocce e defluisce spumeggiante in una piccola diga a valle della quale restano i ruderi di un antico mulino e a monte un vecchio impianto di risalita esempio di opera idraulica del periodo fascista. Questi interessanti segni di archeologia industriale sono circondati da una rigogliosa vegetazione e dalla quiete del gorgoglio dell’acqua, proprio questi elementi indussero i monaci italo-greci a scegliere le grotte naturali, esistenti in prossimità della sorgente, come luoghi per la ricerca della percezione divina. Queste grotte, unitamente ad altre lauree, cenobi, eremi, monasteri e strutture religiose di chiara derivazione bizantina di cui è costellata l’intera area della Valle Mercure-Lao, sono una delle testimonianze dell’esistenza della Provincia Monastica del Mercurion che, localizzata al confine tra Calabria e Basilicata, lungo quella che oggi come allora è una delle bellissime valli del Parco del Pollino, nacque tra l’VII ed il X secolo, dalla necessità del monachesimo greco di rifugiarsi dalle scorrerie costiere dei Saraceni e dalla persecuzione iconoclasta.

Penso a chi in questi luoghi si ritirava per cercare un contatto divino e nella luce del sole che si riflette sulle lucide foglie, nella trasparenza dell’acqua che mormora la sua dolce melodia, nella quiete racchiusa tra le antiche pareti scavate dal tempo nella roccia, nella bellezza della vallata, che si apre ai miei piedi, circondata dalle imponenti montagne, nella potenza degli alberi d’ulivo, nel dolce battito di chi mi sta accanto, mi sento vivo e sono invaso da un senso di pace e percepisco nella natura l’amore della forza divina.

4 commenti:

  1. belle le grotte di viggianello. un amico mi ha fatto vedere le foto. st'estate verrò a vederle..
    indio

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  2. luoghi molto suggestivi. Oltre a quelle della sorgente del Mercure, ce ne sono alre sparse in tutta la valle, particolarmente significativa per la presenza di evidenti segni di antropizzazione, è quella di Castelluccio.
    magari, quest'estate potremmo farlo insieme un itinerario delle laure del Mercurion.
    ciao.

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  3. adorabile elefantino24 marzo 2010 alle ore 11:48

    Come una guida turistica,ci accompagni nei segreti meandri dell'anima,in quei posti dimenticati e,in armonica comunione con la natura,ci fai strada,con cuore ardente e pulsante,tra i sorprendenti tesori nascosti dell'Alta Valle del Mercure-Lao(non mai definitivamente esplorati e spesso poco conosciuti persino agli stessi abitanti del luogo!).Mi riferisco alle grotte,alle spelonche,alle laure,perfettamente mimetizzate tra la florida vegetazione circostante,che nonostante l'incuria del tempo e dell'uomo(l'indifferenza è causa prima del degrado storico,culturale,unitamente a una dose bilanciata di ateismo pratico e cinismo di massa),resistono attraverso i secoli e rappresentano quella memoria storica che accanto allo spettacolo paesaggistico circostante,che ne funge da cornice,abbiamo la responsabilità di valorizzare,salvaguardare e custodire.Magari proprio mediante l'organizzazione di itinerari,la messa a conoscenza,l'informazione-trasmissione(soprattutto alle nuove generazioni)di quei nascondigli remoti,resti di un passato che fu,ma che è ancora lì,vivo e presente,e dei sisnificati ad essi connessi(l'importante,silente,azione contemplativa dei monaci,di recupero dei valori e di una più alta spiritualità,in un clima di forte decadenza,oltre che morale e religiosa anche istituzionale),è possibile, certi delle proprie radici,condividere e affrontare consapevolmente,le questioni essenziali del nostro tempo.

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  4. grazie per il commento: mi colpisce molto la tua rifessione sull'indifferenza nei confronti delle proprie ricchezze storiche e naturali, quindi verso le proprie radici, quale causa dell'odirno degrado culturale.
    L'uomo avrebbe la straordinaria opportunità di imparare dalla storia e dalla natura, speriamo che prima o poi lo capirà.

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